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Sei denunce in stato di libertà, e altrettanti richieste di Daspo, al termine dell’incontro di calcio del campionato di II categoria di domenica 1 aprile, tra le squadre di calcio del Penitro e del Maranola (entrambe frazioni del comune di Formia).Vittime tre calciatori del Maranola, due tifosi e un dirigente/massaggiatore.

PoliziaIntorno alle ore 17,15 la volante del Commissariato di Formia diretto dal vice questore Paolo Di Francia, composta dal Sov. Vincenzo Costantini e dall’Ass.te Capo Arcangelo Coppola, supportata dall’autoradio dei locali Carabinieri, veniva inviata dalla sala operativa del Commissariato presso il campo di calcio del Penitro, in quanto era giunta segnalazione al 113 di tafferugli tra tifosi.

Sul posto, il personale aveva modo di costatare che circa 300 tifosi erano accalcati nei pressi degli spogliatoi, cercando di far cadere la rete di recinzione, tanto che gli agenti erano costretti a richiedere l’ausilio sia della pattuglia Volante del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Gaeta che della Polizia Stradale di Formia.

Agli agenti operanti, venivano subito indicati due soggetti della squadra del Maranola, poi identificati per G. L. (dirigente-massaggiatore della squadra) e A. L. (tifoso), che trattenuti a stento cercavano di venire a contatto con dei giocatori del Penitro. Nella circostanza il giudice di gara Amilcare Montano, riferiva che a causa di alcune sue decisioni arbitrali, il predetto G. L., spalleggiato da A. L., nel corso della partita inveiva sia nei suoi confronti che in quelli di alcuni giocatori del Maranola, tanto che A. L., addirittura era riuscito a introdursi in campo, nonostante non fosse registrato nell’elenco degli accreditati delle società.

Difatti, gli Agenti notavano uscire dagli spogliatoi A. L., persona a loro nota per i suoi trascorsi giudiziari, già destinatario di DASPO dal 2002 al 2005 emesso dal Questore di Roma, con una vistosa fasciatura con sacche di ghiaccio istantaneo sulla mano destra, che si allontanava repentinamente dal posto, confondendosi tra i tifosi, rendendosi così irreperibile.

L’arbitro Amilcare Montano, a fine gara redigeva il rapporto, dal quale si evince che G. L. entrava sul terreno di gioco per protestare nei suoi confronti e, dopo essere stato allontanato, con violenza tentava di colpirlo con un calcio; inoltre lo stesso, trattenuto a stento dai giocatori del Maranola, lo insultava urlandogli contro “arbitro sei un pezzo di merda, un bastardo”.  Non pago di ciò, G. L. attendeva a fine gara il suo rientro negli spogliatoi, minacciandolo nuovamente dicendogli “bastardo di merda, figlio di puttana se esci dal campo ti uccido”, impedendogli di far rientro negli spogliatoi. A questo punto l’arbitro rimaneva sul terreno di gioco unitamente a un giocatore e a un accompagnatore del Penitro che richiedeva telefonicamente l’intervento delle forze dell’ordine. In seguito G. L. continuava negli episodi di violenza negli spogliatoi, unitamente a tre giocatori del Maranola e ad un ignoto tifoso (presumibilmente A. L.), indicati in: F. C., F. C. e G. M., aggredendo e picchiando con calci, pugni e schiaffi alcuni dirigenti e giocatori del Penitro, che tentavano di contenere la loro furia, senza aggredirli a loro volta. G. L. rompeva altresì a calci anche uno specchio.

Nella parte finale del suo rapporto, l’arbitro definisce i fatti accaduti con la seguente frase: “La feroce violenza dei soggetti appartenenti alla società del Maranola, veniva sedata soltanto con l’intervento delle forze dell’ordine”.

Il personale operante, al fine di ripristinare la calma, si adoperava per allontanare dal posto il pubblico presente che ottemperava all’ordine ricevuto, tranne V. F. che nonostante i vari inviti non si allontanava, cercando addirittura di coinvolgere le persone ancora reticenti all’ordine impartito.

Dopo aver quindi allontanato tutti i presenti, al fine di garantire l’incolumità dell’arbitro, si provvedeva a scortarlo fuori zona con due autopattuglie.

 

[Fonte: H24 Notizie]